La lotta contro il dolore vinta con l'anestesia  

 

 

È solo all’inizio dell’Ottocento che abbiamo finalmente a disposizione delle sostanze capaci di sconfiggere una volta per tutte il dolore.
Come si può facilmente intuire, fu una delle scoperte farmaceutiche più clamorose, che favorì enormemente lo sviluppo della chirurgia.

Stranamente gli uomini, condannati al dolore, hanno opposto quasi sempre una sorta di indifferenza o di scherno a tutto ciò che veniva trovato per alleviano. Prima dell’Ottocento i rimedi utilizzati erano gli estratti di mandragola e oppio. Il mistero delle erbe soporifere rimase a lungo in mano ai pochi che ne conoscevano il segreto e non arrivò alla medicina pratica se non in rarissimi casi.
Nella medicina pratica, le erbe soporifere non venivano usate perché i barbieri e i cerusici, ai quali affluivano le masse di pazienti, non conoscevano il segreto di tali erbe e non riuscivano a produrre l’effetto desiderato, anzi spesso mettevano a repentaglio la vita del paziente.

Tanto lontana e inaccessibile era considerata la possibilità di trovare un rimedio efficace e semplice da usare, che la frase di Ippocrate “È opera divina sedare il dolore” sarebbe valsa per molti secoli a venire. Negli ultimi anni del Settecento la scoperta di un gas, il protossido di azoto, determinò la svolta fondamentale e diede alla medicina quella sostanza la cui azione era capace di vincere una volta per tutte il dolore.
Tuttavia occorsero altri anni per capire che questo gas eliminava i dolori: tale scoperta si deve al chimico inglese Humphrey Davy.
Dopo le prime osservazioni dello scienziato, nel 1844 Horace Wells, dentista ad Hartford (Connecticut) usò il protossido d’azoto prima su se stesso e poi su numerosi pazienti.

Per il secondo gas anestetico, sperimentato in ordine cronologico e cioè l’etere solforico, si devono ricordare i nomi di William Morton e Charles Jakson. A Morton in particolare si deve la costruzione di un apparecchio che regolasse l’immissione del gas. Il 7 novembre 1846 fu adoperato per un’amputazione, dopo la quale, l’uso di questo anestetico fu accolto dalla scienza. Vennero individuati in seguito anestetici come la morfina - scoperta nel 1803 da F.G.A. Sertùrner (1783-1841) - e il cloroformio, un altro gas. Quest’ultimo fu usato per la prima volta nel 1847 dall’ostetrico scozzese James Yong Simpson.


Statua lignea policroma del XVI secolo
raffigurante un "oppiato"